Life Skill N° 6 Empatia

Robert Rosenthal, psicologo di Harvard, senza dubbio il più illustre studioso di questa capacità umana, anch’essa annoverata dall’OMS tra le dieci Life Skills fondamentali; ci dice che Empatia (parola greca che vuol dire “sentire dentro”) è la capacità di mettersi nei panni degli altri, di riconoscere e condividere le loro emozioni.

Riconoscere e condividere.

Per RI-conoscere un’emozione nell’altro bisogna, per prima cosa, conoscerla. Da qui  capiamo che un processo di autoconsapevolezza è indispensabile. Se io sono in grado di comprendere l’emozione che sto provando e darle un nome, saprò riconoscerla anche negli altri.

Purtroppo (o per fortuna!) i sentimenti viaggiano su canali non verbali, pertanto riusciamo a decodificare le emozioni degli altri se non prestiamo attenzione soltanto a ciò che dicono, ma al MODO in cui lo dicono.

In questo le donne vincono sugli uomini, dice Rosenthal, ma molto dipende dalla sensibilità personale e dall’educazione ricevuta, perché ognuno di noi nasce con una “piccola dose” di empatia, ma l’ambiente e le esperienze sono determinanti per lo sviluppo di questa competenza tanto importante.

Quando si parla di emozioni il COME è più importante del COSA.

Facciamo un esempio:

Lui e Lei.

E’ sera, Lui rincasa e trova Lei indaffarata in mille cose: la cena sul fuoco, i bambini che litigano e si lanciano i giochi, il ferro da stiro ancora sull’asse e altri panni da stirare ancora stesi fuori, con una mano all’aspirapolvere e l’altra al telefono impegnata in una discussione infinita con la madre, Lei lo guarda rientrare e gli lancia uno sguardo con un’intenzione ben precisa “Menomale che sei rientrato, ti prego aiutami!” Quello sguardo per Lei eloquente e chiaro, scivola addosso a Lui come acqua fresca, pertanto Lui si toglie le scarpe lasciandole davanti alla porta e facendo lo slalom tra i giochi sul pavimento, si chiude in bagno per una doccia rilassante: il meritato premio dopo una lunga giornata fuori casa! 

L’esito di una situazione così possiamo ben immaginarlo tutti: l’ansia di dover finire, la frustrazione per l’incomprensione e il mancato controllo di Lei nella gestione della situazione, potranno innescare due possibili finali: nel primo appena Lui uscirà dal bagno verrà “divorato” dalla rabbia di Lei, nel secondo lei si chiuderà in un feroce silenzio che però peggiorerà ancor più le cose, in quanto Lui, inevitabilmente, ad un certo punto farà la fatidica domanda : “Che hai fatto?” e Lei mentre pensa “Com’è possibile che tu sia tanto idiota?” risponderà “NIENTE!” Al ché Lui si tranquillizzerà, perché deresponsabilizzato da una simile risposta e in Lei la rabbia, il rancore, la frustrazione e la solitudine percepita, aumenteranno! 

Il punto è: Lui non lo fa per pigrizia o cattiveria, ma veramente non può leggere uno sguardo così come Lei si aspetta!

(Chi non ha visto il meraviglioso film Disney Inside Out?)

Viceversa le cose sarebbero andate in modo molto diverso: uno sguardo per una donna vale più di mille parole, se Lui avesse avuto una giornata particolarmente pesante, Lei se ne sarebbe resa conto appena messo un piede in casa.

Ricerchiamo l’empatia nel quotidiano, perché sicuramente più semplice da capire, fatti come questi saranno ben noti a molte coppie!

E da qui, dalla quotidianità, possiamo partire per allenarci (TUTTI! Maschietti…niente scuse!) per poi dare il nostro miglior contributo anche in azienda, con lo staff, i collaboratori, i clienti!

Un team coeso è fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi prefissati e per formarlo è importante creare un ambiente in cui tutti si sentano accolti e valorizzati (ascolto attivo) dove ognuno si senta libero di esprimere un’opinione rispettando gli altri ma senza sentirsi giudicato (assertività) e dove le persone siano in grado di capire il tuo stato d’animo (empatia)…perché siamo fatti di emozioni e non possiamo dimenticarlo! 

In un clima così lo staff lavora meglio ed è provato che quando le persone sono contente  del loro luogo di lavoro i risultati s’impennano: l’azienda produce di più!

Non dimentichiamo che il clima all’interno di un’azienda viene percepito dal cliente …in fondo anche i clienti sono persone senzienti e sensibili e in una scuola di danza la clientela è prevalentemente femminile, quindi…Facciamo attenzione!

 

Ancora non hai acquistato i Libri Danza Impresa®? Ordinali da qui