Quarantena: uno stop che ci fa riflettere
Sono due mesi esatti dall’ultimo incontro (reale) che ho avuto con un titolare di una scuola di danza dall’inizio dell’epidemia, quando tutto era “normale”, quando tutto era come eravamo abituati a vivere, la solita vita… nel bene o nel male, ma la solita vita di sempre.
Per alcuni titolari una vita lavorativa intensa e piena di soddisfazioni, per altri una vita monotona fatta di routine quotidiane senza alti e bassi e per altri una vita piatta senza soddisfazioni, prigionieri del tempo e di se stessi.
Ne ho sentite tante di storie in questi anni, a centinaia… le ho ascoltate tutte in un silenzio quasi religioso, per rispetto di chi le raccontava, senza mai giudicare nessuno, senza prendere una posizione netta e senza schierarmi mai dalla parte del professore saccente che sa tutto di tutti e che risolve problemi irrisolvibili. Non l’ho mai fatto e mai lo farò!
Ho cercato sempre di dare risposte sincere (a volte non piacevoli) ma reali, perchè lavoro con persone prima che con professionisti. Madri e padri di famiglia che si guadagnano la pagnotta con il sudore della fronte tutti i giorni… come me.
Di domande ne ho ricevute tante, credimi, ma mai come in questi due mesi! Domande di ogni tipo, domande a volte impossibili da rispondere, domande sul presente, ma sopratutto domande sul futuro che Nostradamus a confronto è un “Pivello” alle prime armi.
Ne ho raccolte alcune che voglio scrivere in questo articolo perchè non è soltanto il mio lavoro, ma testimonianza di un periodo che quando finirà lo ricorderemo solo con la mente, mentre l’inchiostro rimane per sempre e ci può aiutare ad avere una consapevolezza maggiore di quanto possiamo e dobbiamo fare per il nostro lavoro, che abbiamo scelto e che nessuno ci ha imposto di fare.
1) Cosa succederà quando tutto questo finirà?
Non prevedo il futuro ovviamente, ma posso cercare di immaginare cosa accadrà, conoscendo bene questo mercato “ballerino”… in tutti i sensi.
Alcuni purtroppo non riapriranno, altri prenderanno la palla al balzo per non riaprire “ringraziando” il Coronavirus di non doversi giustificare con il mondo intero per i loro fallimenti imprenditoriali salvando la faccia, la reputazione e dando la colpa al virus e allo stato che non li tutela per non avercela fatta… altri invece riapriranno ma con fatica e altri riapriranno con danni minimi perchè parliamoci chiaro (se il locale è tuo e non paghi i collaboratori e le tasse) non hai poi tutte queste spese da affrontare per mantenere in piedi la baracca.
Quello che accadrà alla riapertura non sarà piacevole, perchè ad oggi la parte romantica e la creatività nella gestione delle scuole di danza Italiane è ancora molto forte nelle scelte gestionali e nelle strategie da attuare. Appena daranno il via libera alla riapertura, ci sarà una vera e propria “GUERRA” del prezzo a ribasso, una spietata caccia al cliente per accaparrarsi più gente possibile.
Sconti pazzeschi, abbonamenti regalati, recuperi stellari e “appecoronamenti vari” per venire incontro al momento di crisi che tutti i clienti stanno passando.
Quindi il “brutto” periodo deve ancora arrivare!
2) Cosa devo fare in questo periodo prima della riapertura?
Se ci pensi questo periodo l’hai già vissuto in passato… Come Antonello già vissuto? Si quando la scuola non ce l’avevi ancora! Oggi ti trovi paradossalmente nella stessa situazione. Ragioniamoci insieme:
Quando hai deciso di aprire una scuola di danza cosa hai fatto?
- Hai scelto una data di apertura (al 99% settembre/ottobre)
- Hai cercato e preso un locale (comprato o in affitto) in anticipo di 4/5 mesi prima dell’apertura e dato acconto o caparra anticipata per bloccare la tua scuola dei sogni = investimento di denaro.
- Hai fatto lavori di allestimento o ristrutturazione prendendo prestiti o facendoti prestare dei soldi = investimento di denaro
- Hai selezionato il personale per essere pronto all’apertura = investimento di denaro
- Hai preso accordi con banche, fornitori, enti, assicurazioni, teatri, professionisti = investimento di denaro
- Hai fatto pubblicità per farti conoscere dal mercato in tutti i modi possibili = investimento di denaro
Come vedi eri già in una fase debitoria prima di aprire (come in questo momento probabilmente) ma tutto questo in passato l’hai affrontato con determinazione e motivazione senza pensare alle conseguenze. Tutto questo l’hai fatto per te, per la tua scuola e con ZERO CLIENTI! Niente incassi solo investimenti…
Ora per rispondere alla domanda, oggi devi immaginare di non avere ancora una scuola di danza e proiettarti all’inizio dalla prossima stagione (settembre) facendo le stesse azioni, come in passato, per essere pronto di nuovo all’apertura.
Oggi rispetto al passato però, hai un vantaggio ed uno svantaggio… Quale ?
- Il vantaggio è che HAI GIA’ DEI CLIENTI! Non una cosa da poco
- Lo svantaggio è che sei triste, stanco, amareggiato e demotivato da questa situazione!
3) Come posso utilizzare questo tempo in cui non posso aprire la scuola ne insegnare ?
Studia, formati, preparati al meglio per ripartire con una consapevolezza maggiore rispetto a prima, allenati e allena il tuo staff, utilizza questo tempo per correggere gli errori che hai commesso in passato e cura i tuoi clienti che ti hanno dato fiducia per molto tempo.
Non lasciarli da soli, crea relazione, tieniti in contatto con loro chiedendogli come si sentono, come stanno vivendo questa brutta situazione e come la tua azienda possa aiutarli ad affrontare questa fase di stop.
Parla con i tuoi clienti e troverai tutte le risposte che cerchi.
4) Cosa dobbiamo imparare da questo periodo?
Questo periodo ci deve insegnare che fare impresa non è uno scherzo, che la creatività nella gestione di una scuola non può esistere(se non nella parte tecnica), che i numeri hanno sempre ragione, che devo essere lucido e preparato in ogni situazione, che i soldi servono e sono importanti(non possiamo pensarlo solo quando non ci sono), che quando avevamo le persone non avevamo il tempo e ora che abbiamo tempo ci mancano le persone, che la paura della morte ci ha fatto apprezzare ancora di più la vita… qualunque abbiamo deciso di vivere.
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