Tradimento nelle Stanze del Potere: Quando il Collaboratore Diventa il Nemico

La stagione sta volgendo velocemente al termine e c’è una cosa che moltissimi titolari di scuole di danza in Italia temono più di ogni altra cosa al mondo: I collaboratori!

Sì… riconferma o “tradimento?” 

É il dubbio più comune, che toglie sonno agli imprenditori del mondo della danza… I miei collaboratori rimarranno o mi “tradiranno”?

Nel vortice frenetico dell’azienda moderna, i titolari sono spesso considerati i capitani del loro vascello imprenditoriale. Quando perdono un collaboratore lo vivono spesso come un vero e proprio tradimento. Si sentono delusi, feriti ma sopratutto si interrogano sul perchè proprio a loro cosi buoni e generosi, possa essere successa una cosa del genere.

In un’azienda, la fiducia è la colla che tiene insieme le relazioni professionali. Ma cosa succede quando quella stessa fiducia viene tradita da uno dei tuoi più fidati collaboratori?

Immagina un titolare che, fidandosi ciecamente di un collaboratore, lo accoglie nel cuore del suo cerchio interno solo per essere pugnalato alle spalle. È come navigare in acque inesplorate, dove le onde del cambiamento sono guidate dalle voci di coloro che un tempo seguivano. È come vivere in un incubo aziendale, dove i confini tra alleato e nemico diventano improvvisamente sfocati.

Il tradimento di un collaboratore è un colpo brutale per qualsiasi titolare. È come un terremoto che scuote le fondamenta della fiducia e mina la stabilità dell’azienda. 

A tutti noi almeno una volta nella vita, abbiamo affrontato l’incubo di essere traditi dalle persone più vicine in azienda, da quelle persone di nostra fiducia e che, in molti casi nostre “creature”, abbiano scelto senza preavviso di cambiare strada professionale o tracciare addirittura la loro.

Non sono qui per mettere le mani avanti e fare l’uccello del malaugurio, ma visto che la stagione volge al termine c’è la possibilità che, se non sei bravo e furbo, i tuoi collaboratori si mettano sul mercato in cerca di nuove opportunità non solo economiche, ma di crescita e stimolo professionale.

Molto spesso se non hai una gestione e organizzazione impeccabile è possibile che qualche pezzo fondamentale del puzzle si perda per strada per poi ritrovarti subito in braghe di tela all’inizio della nuova stagione.

Dico da tempo ormai indefinito che la programmazione aziendale della prossima stagione deve essere fatta tra Aprile e Maggio. Ti chiederai perchè di così tanto anticipo? Cerco di spiegartelo in breve:

Da bravo imprenditore devi essere in grado di programmare tutto con largo anticipo e in un certo senso prevedere il futuro. Avere le idee chiare sul tuo progetto ed essere focalizzato sui tempi di realizzazione, ti permetterà di avere i seguenti vantaggi:

  • Definire ruoli in azienda
  • Conferme o rinunce dei tuoi collaboratori
  • Tempo per selezionare, formare nuovi collaboratori da inserire in organico o sostituirne altri che non ritieni più compatibili al tuo progetto
  • Azioni di vendita anticipata
  • Possibilità di inserire nuovi iscritti nel periodo estivo dove il fatturato solitamente è scarso o avere più tempo per seminare
  • Avere vantaggio sui competitor che iniziano a settembre tutta l’organizzazione
  • Essere la prima scelta
  • Blindare i tuoi collaboratori più importanti
  • Avere più potere economico per gratificare chi lo merita
  • Avere un’offerta formativa più appetibile sul mercato

E molto altro…

Fare queste azioni in anticipo diminuirà considerevolmente il rischio di “tradimento” del collaboratore e chi lavorerà per te, vedrà maggiore solidità, crescita aziendale e sarà meno attratto dalle lusinghe che provengono dall’ esterno. 

Anche per il tuo collaboratore cambiare la strada vecchia per la nuova è un rischio… 

Antonello e se anche faccio tutto questo c’è possibilità di perdere Comunque i miei collaboratori? Certamente può accadere, ma come ho detto prima dobbiamo ridurre le possibilità non possiamo cancellarle…

Ma ricorda che se dovesse accadere, anche in mezzo al caos, c’è spazio per la riflessione e la rinascita.

I titolari traditi non devono arrendersi al senso di “tradimento” e disillusione. Devono invece rialzarsi con forza e determinazione, riaffermando la propria leadership e la propria autorità con fermezza e risolutezza.

È un momento per rivedere le politiche aziendali, rafforzare i controlli e riaffermare i valori fondamentali dell’azienda. Ma soprattutto, è un’opportunità per costruire un team più forte e più coeso, selezionando collaboratori che condividano la visione e i principi del titolare.

Il “tradimento” può essere un catalizzatore per il cambiamento. Può spingere il titolare a guardare più attentamente alle persone che lo circondano e a costruire un ambiente di lavoro basato sulla fiducia reciproca e sull’integrità.

Quindi, caro titolare, se ti trovi di fronte al “tradimento” di un collaboratore, non abbatterti. Usa questa esperienza come una lezione preziosa e una fonte di motivazione per costruire un’azienda più forte e più resiliente di prima. 

Perché anche nei momenti più bui, c’è sempre una luce che guida il cammino verso il successo.

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