Dovremmo tutti andare a formarci da mia nonna

La persona nella foto è mia nonna Lorenza classe 1931, anni 89 (come dice lei finiti) mentre si cimenta nella sua vera passione. La cucina! Come vedete si destreggia con disinvoltura nella creazione di pietanze (leggerissime) che potrebbero sfamare una nazione intera… Lei vive sola ormai vedova da molti anni, ma nonostante ciò quando prepara da mangiare lo fa per moltissime persone. Per l’età che ha sembra una ragazzina piena di vita che sforna proverbi tipo…

“Se stava mejo quanno se stava peggio, e che la ciccia nun se fà de stracci, strilla piano, so cieca ma ce vedo, so sorda ma ce sento…” e altre chicche esilaranti che ci si potrebbe scrivere un libro.

Ha due freezer, un frigorifero e dispense di ogni tipo… Niente di pronto solo cibi preparati da lei, anche se non ha ospiti. Perché? Perché tanto passa sempre qualcuno a bussare alla sua porta per spizzicare qualcosa.

Tutte le mattine (alle 6) dopo aver fatto colazione, sistemato e pulito casa, inizia il pensiero di cosa fare per pranzo o cena. Lei mangia prestissimo: pranzo alle 11:00 e cena alle 17:00 e alle 20:00 già a letto “tanto che devo fà”… quindi dalle 9:00 è già quasi tutto pronto con profumi di ogni tipo che avanzano per le scale del palazzo. Ci sono piatti che anche se hai la ricetta ed esegui tutti i passaggi alla lettera, non ti verranno mai come li prepara lei! Il vero talento è qualcosa di inspiegabile…

Come molte nonnine l’arte del cucinare è una cosa che oggi nemmeno i migliori Chef del pianeta possono capire. Quando la vado a trovare (ovviamente autoinvitandomi a pranzo) rimango sempre affascinato dai suoi racconti, le storie quelle belle, quelle vere, quelle che noi privilegiati nemmeno sogniamo di poter raccontare.

Gli chiedo sempre: “a no’ ma n’dò hai imparato a cucinare?”

“ Ehhh Antonè… Quanno me so fidanzata co tu nonno non c’avevamo niente, non c’avevamo nà lira… allora si che c’era la fame, ce semo fidanzati quanno c’avevo 16 anni e nessuno voleva, ma noi ce semo sposati lo stesso…. Me ricordo ancora che la prima cosa che ce semo comprati era nà rete da letto… a rate… Quanno arrivava la domenica tu nonno me diceva sempre… A lorè (lorenza) me piacerebbe magna lì gnocchi? E io je risponnevo… a giggè (Luigi) e chi è bona a falli? Me ricordo che tu nonno me diceva sempre… a Lorè e se’mparamo!! Piano piano li famo insieme…. E ce mettevamo li a falli insieme e piano piano ce semo m’parati a fa li gnocchi, poi le fettuccine, poi i ravioli… Tutto quello che volevamo piano piano ce lo semo fatto con tanti tanti sacrifici. Nun c’ha mica aiutato nessuno!

Però c’era er desiderio, la voja e c’era na cosa che nun mancava mai, er sorriso… no come oggi che c’avete tutto e nun sapete apprezzà niente… ve state sempre a lamentà!”

Questa è una delle tante storie di vita vissuta che mi racconta mia nonna… ne conosco a centinaia e ogni volta quando le racconta, è sempre come se fosse la prima volta che le sento. Dovremmo tutti andare a formarci da lei! Perché? Perché probabilmente impareremo realmente cosa significa mettere al centro le priorità, cosa è davvero importante, cosa vuol dire raggiungere un obiettivo e quello che si sogna… anche se siamo in difficoltà, come venirne fuori, analizzando il problema, trovando soluzioni e lasciando le lamentele a casa.

Invece oggi (forse per abitudine) lamentarci giustifica le nostre incapacità, giustifica il fatto che non siamo in grado di cambiare una situazione che non ci piace, ci autoconvinciamo che quello che facciamo sia giusto punto e basta e che la colpa non sia nostra, ma di tutto quello che ci circonda.

Cerchiamo soluzioni rapide, indolore, cerchiamo persone che hanno lo stesso nostro problema e gli chiediamo consiglio trovando momenti di conforto della serie “meno male non solo l’unico ad avere questo problema.” Cerchiamo sempre più overdose di motivazione per continuare a fare quello che facciamo.

Ripeto dovremmo tutti andare a formarci da mia nonna… Perché lei in due parole, chiare, secche e senza vergogna ti dice quello che si deve fare…

Perché rispetto a noi, ne ha viste sicuramente di peggiori…. E le ha risolte tutte quante!

“ahh a nò… domani vengo a pranzo…”

 

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